Visto che ormai siamo nel loop, ho deciso di concludere l’anno sempre in tema potteriano. Mi ha ispirato tantissimo un book tag inventato da Matteo Fumagalli, che a partire dai sette libri e da altri elementi della saga ha trovato il modo di suggerire molte altre interessanti letture. Qui il link al suo video: https://www.youtube.com/watch?v=uJl2rC5KCcA&t=6s. Va diviso in due parti perché, come mi succede sempre con i tag, è venuto fuori lunghissimo. Buona lettura!
- La Pietra Filosofale: un libro immortale, che non invecchierà mai
Non è che io lo consideri il Libro con l’iniziale maiuscola, quello che ha cambiato il mondo e il pensiero dell’universo. Forse devo ancora trovarlo. Ma per chi lo apprezza, Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen è sicuramente immortale. La vita di una famiglia di inizio Ottocento non è poi così diversa da quella dei giorni nostri, le dinamiche sociali sono alla fine sempre le stesse, nonché l’importanza dell’apparire e dei riti sociali a cui si è obbligati a ubbidire. Per non parlare poi di tutti i personaggi, i cui pregi e difetti siamo sicuramente in grado di ritrovare in nostre conoscenze e parenti.
- La Camera dei Segreti: un libro segreto, un guilty pleasure
Non so se considerarlo proprio un libro segreto, non ho segreti per quanto riguarda i libri. Però diciamo che visto il mio amore per i classici e i libri un po’ più “impegnati”, a volte la gente si stupisce che io abbia letto e anche apprezzato la saga di Twilight di Stephanie Meyer. A molti non vanno giù questi vampiri così poco tradizionali (un vampiro vegetariano e che sbrillucica, poi!) né sopportano Bella. Ma, molto onestamente, io ho passato bei momenti di svago, ho trovato geniale l’idea che ogni vampiro avesse anche un suo superpotere personale e non vedevo l’ora che anche Bella diventasse un vampiro. Non sarà il capolavoro del secolo, ma non aspira certo a quello.
- Il Prigioniero di Azkaban: un libro claustrofobico
Per questo punto nomino l’ormai famosissimo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood. Come la protagonista Difred, mi sentivo intrappolata in quella camera diventata cella, in quei vestiti divenuti simbolo di schiavitù, in quel corpo di cui non poteva più disporre liberamente, nei suoi pensieri che tornavano sempre alla figlia perduta per sempre e a quella vita passata che sembra solo un’illusione. Nonostante ciò, la scrittura è davvero molto scorrevole, le pagine fuggono via veloci e in poche ore ti ritrovi ad aver divorato metà libro, in cerca di una luce che possa far uscire questo mondo orribile dall’oscurità.
- Dissennatore: un libro che ti ha succhiato ogni energia vitale
La malinconia dei Crusich di Gianfranco Calligarich è il primo che mi sia venuto in mente. La storia in sé, peraltro vera, è anche affascinante e interessante: si tratta di un romanzo familiare che ha origine con il capostipite, questo personaggio solitario, piuttosto scorbutico e silenzioso, e che si dipana poi attraverso i vari figli e nipoti, attraversando varie fasi della storia italiana, dalla Prima guerra mondiale ai giorni nostri. Tutto molto bello. Io amo questo tipo di romanzi. Ma la scrittura, lasciatemelo dire, è alquanto insostenibile: periodi lunghissimi caratterizzati da un accumulo di modificatori (i periodi ipotetici di tanti grandi scrittori dell’800 e ‘900 non sono nulla a confronto), che quando arrivi alla fine ti sei già dimenticato qual era il focus, a cui si alternano frasi brevissime che non hanno senso di esistere da sole, e un uso del gerundio che sembra erroneamente mutuato dall’inglese. Insomma, ci vuole molta pratica per abituare la mente a leggere in questo modo, ma con un po’ di fatica sono riuscita a concludere il libro.
- Il Calice di Fuoco: un libro che hai dovuto leggere perché il destino l’ha deciso
Non so se si possa chiamare o no destino. Ho scoperto George Eliot tramite Middlemarch, che mi era stato regalato un Natale, e mi era piaciuto talmente tanto che mi sarebbe piaciuto leggere altro scritto da lei. Poi, per un corso di letteratura inglese, tra i libri proposti c’erano proprio Middlemarch e l’altro suo famoso romanzo: Il mulino sulla Floss. Per questioni di convenienza di tempo (era un esame a scelta), ho virato su altri libri più corti e che avevo già letto (Jane Eyre e Mansfield Park), ma ho seguito con molto interesse gli interventi critici sulle altre opere. E poi sono quegli acquisti che rimando e rimando sempre, finché Il mulino sulla Floss non mi è giunto tra le mani per un altro Natale (nonostante sia considerato forse il migliore dell’autrice, nelle librerie non si trova mai e neanche i librai sanno di che cosa si sta parlando). L’attesa è stata ripagata, è una bellissima e tristissima storia che segue la crescita di Maggie, bambina e signorina che per interessi e comportamenti non rientra tra i canoni voluti dalla società e che patirà una difficile situazione familiare dopo che il padre perde una causa in tribunale.
- Torneo Tremaghi: un libro pieno di colpi di scena
Poche parole per La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker, un altro libro che a tanti fa storcere il naso. Le indagini condotte dallo scrittore protagonista e finto autore del libro per scoprire chi è il vero assassino della giovane Nola Kellergan portano a un ribaltamento dopo l’altro, le verità che sembravano assodate diventano improvvisamente false e sempre più personaggi compaiono sulla scena, creando nel lettore estremo disorientamento. Gli esperti di gialli e thriller affermano che è facilissimo capire chi è l’autore dell’omicidio, io che bazzico poco questo genere non ci ero neanche lontanamente arrivata; ma tutti concordano nel dire che Dicker sia stato bravissimo nel tenere insieme tutte le fila e nel ricostruire un puzzle che presenta molte sottotrame. Il motivo e il modo in cui Nola viene uccisa, poi, sono assolutamente inaspettati.
- L’Ordine della Fenice: un libro sullo scontro tra bene e male/un libro che tratta di etica o giustizia
Per questo punto ho scelto la seconda opzione, interpretandola in modo un po’ particolare e citando Black Beauty di Anna Sewell, perché anche gli animali hanno i loro diritti ed è giusto difenderli. Black Beauty è un cavallo, un purosangue, che ci racconta in prima persona le sue vicende, caratterizzate da alterna fortuna. Un’infanzia felice, un primo lavoro gratificante dove era circondato da amore e amici, e poi una tragica discesa che gli fa conoscere la disattenzione e la crudeltà umana. Con questo suo unico romanzo, Anna Sewell desiderava sensibilizzare le coscienze umane sui maltrattamenti a cui erano sottoposti questi poveri animali, sfruttati fino all’inverosimile. Nello stesso tempo, si tratta di un ottimo scorcio sull’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento: dalle grandi tenute di campagna abitate da nobili famiglie, con i loro passatempi (come la caccia o le corse) e i loro capricci (come l’uso della briglia corta), alla caotica città, dove il tempo è denaro, dove lo spazio vitale è poco e dove gli stessi uomini vivono in precarie condizioni che rasentano la povertà.
- L’Esercito di Silente: un libro “corale”
Questa tipologia di libro è una delle mie preferite, perché il vero protagonista non è un singolo personaggio, ma un’intera comunità, una famiglia o come, nel caso di New York di Edward Rutherford, più famiglie che attraversano addirittura i secoli. In questo caso specifico, poi, si può dire che la vera protagonista è la città, raccontata nella sua evoluzione attraverso il vissuto dei suoi abitanti, partendo addirittura da quando New York non esisteva neanche ed era di pertinenza olandese. Da una prima famiglia iniziale, le cui relazioni includevano schiavi e nativi indiani, ci si allarga a 5 o 6, fino ad arrivare ai giorni nostri, all’attentato del 2001 alle Torri Gemelle. E gli scherzi del destino sono dietro l’angolo: perfetti sconosciuti che non sanno che i loro antenati, qualche secolo prima, erano amici per la pelle o novelli sposi di famiglie tra cui un tempo scorreva odio. Chi era povero avrà discendenti benestanti, chi era ricco mai avrebbe potuto immaginare i propri pro-nipoti in disgrazia. Ma è la ruota della fortuna che gira per tutti. A unire come filo rosso tutte queste diverse trame e sottotrame è una cintura tramandata all’interno di una famiglia, realizzata dalla figlia indiana e illegittima del primo capostipite di questa storia e a lui donatole. Non fatevi spaventare dalla mole, una volta iniziato non potrete più posarlo.
- Il Principe Mezzosangue: un libro fortemente introspettivo
Lo nomino sempre, ma A un cerbiatto somiglia il mio amore di David Grossman è a mio parere una lettura obbligatoria, perché è tutto. È un viaggio intrapreso per ritrovare se stessi dopo vicissitudini che è meglio dimenticare o una vita che ha preso pieghe diverse da quelle previste. È un tuffo nei ricordi, un autoanalizzarsi tramite la scrittura. È amore straripante di una madre verso il proprio figlio che tenta di proteggere dalla morte al fronte attraverso questa specie di rito scaramantico. Sullo sfondo la guerra tra Isreale e Palestina, che divide popoli e famiglie. Descrivere questo libro è impossibile, bisogna viverlo in prima persona.
- I Doni della Morte: un libro dark, cupo, trasgressivo/ Un libro che parla di morte
Non è esattamente un libro dark, cupo o trasgressivo, ma è sicuramente un libro che parla di morte. Anzi. Un libro in cui parla la morte. Mi riferisco a Storia di una ladra di libri di Markus Zusak, la cui voce narrante è nientepocodimeno che la Morte, la quale, quasi contro la sua volontà, è costretta a prendere parte a quell’orrore che è il nazismo e la Seconda guerra mondiale. Siamo in Germania e seguiamo la storia della piccola Liesel e della famiglia che la accoglie per proteggerla dalle persecuzioni contro la sua famiglia comunista. Abbiamo una madre dai modi un po’ bruschi e poco affettuosa, ma che vuole un bene dell’anima alla sua nuova figlia, un padre che si diletta con la fisarmonica, tanti amici e un ragazzo per cui prendere una cotta, l’intero vicinato, un ebreo nascosto in cantina e la moglie del sindaco che la lascia vagare per la sua biblioteca. E poi ci sono le bombe, le notti passate nell’angoscia nelle cantine, la distruzione, i morti, il dolore. Ma è anche un libro pieno di poesia, con bellissime riproduzioni di disegni realizzati da Max (l’ebreo) e piccoli incisi che sembrano fermare una scena nel tempo, come in un quadro. Leggendo questo libro, ho pianto.
- Horcrux: un libro che hai maledetto dalla prima all’ultima pagina
Letto per un esame all’università, ho odiato Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo con tutte le mie forze. Una scrittura pesantissima e il totale disinteresse per le vicende raccontate è tutto ciò che ricordo. E dire che invece i suoi sonetti e Dei sepolcri mi piacevano anche.
Un pensiero riguardo “Hogwarts Book Tag – Parte 1”