5 libri… lost in translation

5 libri traduzioneTorna la rubrica dei “5 libri…“, ma con un articolo un po’ particolare. Una delle cose che faccio di solito quando inizio un libro è andare a controllare qual era il titolo originale dell’opera. Vi dico subito che il traduttore non ha molta voce in capitolo per quanto riguarda questo aspetto: la scelta del titolo è appannaggio quasi totale della casa editrice. Talvolta adattamenti e “stravolgimenti” sono necessari; più spesso a dettar legge sono mere ragioni di marketing.

Ovviamente ci sono titoli famosissimi che sono già stati oggetto di approfondite analisi. Penso a Il giovane Holden (The Catcher in the Rye) o Il buio oltre la siepe (To Kill a Mocking Bird). Ma oggi ci dedicheremo a romanzi più comuni che mi sono capitati sottomano e che comunque stimolano interessanti riflessioni. L’idea mi era infatti venuta in mente quando ho letto La donna del passato (The New Year), di cui potete trovare la recensione qui.

Golding

Titolo originale: The Inherithors (Gli eredi) – William Golding
Titolo italiano: Uomini nudi

Trama: William Golding è famoso soprattutto per il suo Il signore delle mosche, eppure questo romanzo poco conosciuto e quasi introvabile in italiano, oggetto della mia tesi triennale, è un piccolo gioiellino. Narra gli ultimi giorni di vita dell’ultima famiglia di uomini di Neanderthal, sopravvissuta all’incendio della foresta dove vivevano e ora minacciata dall’arrivo di una tribù di uomini nuovi: “gli altri”, noi, l’Homo sapiens. I primi sono esseri pacifici, ancora quasi animali, coperti di pelliccia, si affidano molto ai cinque sensi per orientarsi nel mondo e hanno capacità cognitive limitate. I secondi sono in grado di parlare e sfruttare la natura per creare oggetti, ma sono anche violenti e non esitano a uccidere chi è diverso da loro. L’accuratezza storica non ha molta importanza, all’epoca gli studi sul tema non erano ancora molto avanzati. La peculiarità è che, pur essendo scritto in terza persona, tutto il romanzo (tranne l’epilogo) parla usando il punto di vista degli uomini di Neanderthal. L’accento è sui colori, sulle sensazioni tattili, sugli odori, sul tempo presente. Vediamo il mondo attraverso i loro occhi che, ad esempio, non conoscono un arco e quindi non lo identificano come tale né sanno che è pericoloso, ma lo descrivono usando le conoscenza che hanno a disposizione. È un’esperienza decisamente interessante, che causa spesso straniamento.

Riflessioni: “Uomini nudi” mi sembra un po’ troppo generico. È solo una descrizione oggettiva degli uomini di quel periodo storico e si perde totalmente il senso dell’originale, che fornisce una chiave di lettura del romanzo. Si sta parlando di una transizione, del passaggio della supremazia da un gruppo a un altro, gli eredi siamo noi, che ora abbiamo (o pensiamo di avere) tutto il mondo a nostra disposizione. Tuttavia, nell’immaginario di Golding si fa strada l’ipotesi che potrebbe essersi tramandato anche un po’ di sangue neandertaliano, tramite il bambino che gli uomini nuovi decidono di salvare e allevare come loro.

Sanchez

Titolo originale: Lo que esconde tu nombre (Quello che nasconde il tuo nome) – Clara Sánchez
Titolo italiano: Il profumo delle foglie di limone

Trama: A trent’anni, Sandra è in piena crisi: senza un lavoro, in rotta con i genitori, incinta di un uomo che non è sicura di amare. Cerca quindi rifugio nella casa al mare in Costa Blanca, Spagna, per riordinare le idee e capire cosa fare della propria vita. Le cose sembrano già iniziare a migliorare quando fa amicizia con una coppia di anziani norvegesi, Fredrik e Karin Christensen, che hanno scelto il clima caldo spagnolo per trascorrere serenamente la vecchiaia. Si mostrano subito gentilissimi con la ragazza, che inizia a frequentarli assiduamente, considerandoli un po’ dei nonni. L’arrivo di Julian, ex-deportato di un campo di concentramento nazista, rompe questa apparente tranquillità. Fredrik e Karin sono davvero chi dicono di essere? O nascondono un segreto che affonda le sue radici nei tragici eventi della Seconda guerra Mondiale?

Riflessioni: Ora, ditemi voi in che modo potrebbero c’entrare le foglie di limone e il loro profumo. Ve lo dico io: nessuno. Non significano nulla. Fanno la loro comparsa un solo istante in un giardino in cui si trova la protagonista, ma potrebbero benissimo non esistere. Non so proprio come abbiano potuto fare di questo dettaglio il titolo dell’opera. Lo fanno così passare per un classico romanzetto d’amore (e la copertina non aiuta), mentre in realtà è un thriller nel vero senso della parola. Il titolo originale invece vi mette subito all’erta, suggerisce un alone di mistero e fa leva sulla vostra voglia di scoprirne di più. Per me, la traduzione è completamente bocciata.

Lahiri

Titolo originale: The Lawland (La spianata) – Jhumpa Lahiri
Titolo italiano: La moglie

Trama: Calcutta, anni Sessanta. Subhash e Udayan sono due fratelli i cui percorsi di vita si distanziano sempre di più man mano che crescono. Subhash vuole allontanarsi dal mondo indiano e parte per gli Stati Uniti; Udayan appoggia le rivolte contro le ingiustizie subite dai contadini. Non può passarla liscia: le autorità lo trovano e lo uccidono nella spianata vicino casa in cui da piccolo giocava con il fratello. Ma c’è anche Gauri, la donna che Udayan aveva sposato per amore, contro il volere dei genitori, e che ora è incinta. Purtroppo, il destino delle vedove in India è quello di totale reclusione e sottomissione alla famiglia del marito defunto, così Subhash le offre una via di fuga: la sposerà e la porterà con sé negli Stati Uniti. La vita insieme però non è per nulla facile, e presto le loro strade si separeranno, ognuno in cerca della propria realizzazione. Ma è di nuovo alla spianata che bisognerà ritornare, per risolvere tutti i conti lasciati in sospeso con il passato e con la propria cultura d’origine.

Riflessioni: Per un certo verso capisco l’accento posto su questa moglie. Gauri è una figura fondamentale del romanzo, perno attorno a cui ruotano diversi personaggi, l’unico legame rimasto tra Subhash e Udayan. La sua evoluzione, la sua indipendenza, la sua ricerca di libertà come donna che autodetermina il proprio futuro le fanno certamente assumere un ruolo emblematico. Eppure, la faccenda è più complessa: l’autrice aveva volutamente evitato di dare maggiore importanza a uno o all’altro dei protagonisti perché il nucleo narrativo risiede proprio nella spianata, il luogo dove si intrecciano i destini di tutti.

Austen

Titolo originale: Northanger Abbey (L’Abbazia di Northanger) – Jane Austen
Titolo italiano: Caterina

Trama: Questo romanzo forse meno noto della scrittrice inglese è stato concepito come una parodia del romanzo sentimentale e di quello gotico, che così tanto successo stavano ottenendo a quei tempi. Tanto per fare un esempio, si cita in continuazione Ann Radcliffe e il suo I misteri di Udolpho. Catherine, la nostra anti-eroina, avrà occasione di soggiornare, in qualità di ospite dei Tilney, presso l’Abbazia di Northanger. Il luogo la suggestiona e, volendo replicare le situazioni narrate nei romanzi gotici di cui è appassionata, inizia a immaginare un delitto mai compiuto e a svolgere indagini per risolvere il mistero, per ottenere soltanto una delusione dopo l’altra.

Riflessioni: In questo caso occorre un disclaimer: so che ci sono tantissime edizioni italiane del romanzo che mantengono in traduzione il titolo originale, ma sulla copertina di quella che mi è stata regalata una quindicina di anni fa capeggia proprio il nome Caterina. Tralasciando il fatto che è stato italianizzato anche il nome, forse volevano creare un parallelismo con Emma? Non lo so. Di nuovo, però, mi sembra che si distolga l’attenzione dal vero focus del romanzo. L’abbazia è l’emblema del luogo gotico, è lì che la nostra protagonista si smarrirà e imparerà a fare i conti con la realtà e trovo quindi corretto lasciargli il posto d’onore che si merita.

Powell

Titolo originale: Pioneer, Go Home! (Pioniere, tornatene a casa!) – Richard Powell
Titolo italiano: Vacanze matte

Trama: Di questo romanzo vi avevo già parlato in un altro “5 libri…” È la storia di una famiglia, i Kwimper, formata da padre, tre figli (uno adulto e due gemelli di circa 8 anni) e la baby-sitter al seguito. Lungo il tragitto che dovrebbe portarli alla destinazione delle loro vacanze, decidono di prendere una scorciatoia e finiscono, senza benzina, in mezzo al nulla lungo una strada in costruzione, su una terra di nessuno. Dopo aver messo in piedi un primo accampamento di sopravvivenza, la famiglia decide di stabilirsi definitivamente sul posto, ma si troverà a dover difendere la proprietà dal governo, dagli assistenti sociali e da una banda di gangster.

Riflessioni: Devo dire che in questo caso la traduzione italiana mi soddisfa. L’inglese pone l’accento sulla loro condizione di “pionieri”, che si insediano in terre sconosciute e imparano ad arrangiarsi per sopravvivere. E ci dice anche che la loro presenza non è desiderata, quindi la lotta si fa anche territoriale e ancora più ardua. Il titolo italiano coglie invece lo spirito che pervade le pagine: leggero, divertente, scanzonato, totalmente irrealistico. Vacanze fuori dall’ordinario, ma non per questo meno soddisfacenti.

Voi fate mai caso a questi dettagli? Ci sono casi che vi hanno colpito?

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7 pensieri riguardo “5 libri… lost in translation

  1. Anche a me fa molto strano e un po’ disturba quando avvengono drastici cambiamenti. Purtroppo dietro ci sono ragioni (di mercato) e ragionamenti (su come attirare un certo tipo di lettore). Lo scopo è venire incontro ai “gusti italiani” e alle mode del momento. Perlomeno, credo lo sia in molti casi. Io sono contrario, ma non ho voce in capitolo. 😅
    Il caso di titolo stravolto che cito più spesso, e che ho incontrato, è “Perfect Skin”, diventato “Le avventure semi-serie di un ragazzo padre”. Uhm. Ok.

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    1. Sono andata a cercarlo! E già solo leggendo la trama sono d’accordo con te, la butta troppo sul comico e secondo me sbaglia in toto appellativo: un uomo di 35 anni, chirurgo, con casa, ecc. non lo definirei mai “ragazzo padre”, anche se ha una figlia che deve crescere da solo! Marketing puro qui. Comunque grazie per la segnalazione, va ad aggiungersi alla ormai infinita wishlist!

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  2. Anch’io amo cercare i titoli originali dei libri che leggo (ma anche dei film che guardo). Alcuni stravolgimenti mi soddisfano, altri mi lasciano perplessa. È stato piacevole leggere le tue riflessioni. Un libro che ho letto lasciandomi convincere dal titolo per poi rimanere fortemente delusa è “La confraternita degli storici curiosi”. Mi aveva fatto pensare a qualcosa di serio e ben studiato, mentre il titolo originale trovo si addica molto di più “Just One Damned Thing After Another”.

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