Tardo pomeriggio. Treno regionale.
Questo episodio risale a un po’ di anni fa, ma è uno di quelli che si sono ritagliati un posto speciale nel mio cuore. Tornavo dall’università e tenevo tra le mani un libro di linguistica spagnola che stavo ripassando per un prossimo esame. La mia attenzione però era stata tutta catturata da un bambino di forse due-tre anni che viaggiava insieme ai nonni, seduti proprio accanto a me.
Se spesso mi capita di osservare bambini urlanti, irrequieti, persi nei loro cellulari con l’audio diffuso a volume massimo in tutta la carrozza, oppure in cerca di un po’ di attenzione da parte degli adulti che viaggiano con loro e che invece li ignorano bellamente… questa volta nonna, nonno e nipote formavano un quadretto meraviglioso.
Il bambino aveva gli occhi spalancati sul mondo che scorreva fuori dal finestrino e voleva conoscere ogni cosa e ogni perché. Adorabile. E i nonni spiegavano pazientemente per soddisfare ogni sua curiosità. Ugualmente adorabili. Però una cosa era chiara, il piccolo era affascinato in primis proprio dai treni, di cui conosceva già diversi componenti, tra cui “la comotiva”, come continuava a ripetere riferendosi alle tante locomotive che si vedevano nella stazione di partenza.
Ormai sarà cresciuto, frequenterà gli ultimi anni delle elementari. Spero però che lo continui ad accompagnare questo stupore e questa voglia di conoscere. E chissà che l’amore per i treni un giorno non lo guiderà nella scelta di un lavoro che abbia a che fare con queste creature di ferro.
Sto adorando questa rubrica di “Scatti rubati in treno” 💙
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Grazie! Beh, il materiale non manca 😄
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Mi hai fatto tornare in mente un post che ho scritto tanto, ma tanto tempo fa… sono andata a cercarlo perché sono sicura che ti piacerà, amica di treno. 😉
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Corro a leggere 🙂
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