Laura Leander e l’Oracolo della Sfinge d’Argento | Recensione

L'oracolo della sfinge d'argentoDi nuovo periodo di latitanza, ogni tanto va così. Ma gli ultimi weekend mi hanno visto impegnata in altro e così non riesco a scrivere. Con le letture però andiamo avanti lo stesso e così oggi continuiamo il nostro viaggio nella saga di Laura Leander, con il terzo capitolo L’Oracolo della Sfinge d’Argento.

Devo purtroppo confermare che, pur procedendo, riesco a empatizzare sempre poco con i personaggi, che per me rimangono poco approfonditi, senza un vero background e un qualche tipo di sviluppo. Si ripetono le stesse descrizioni e le stesse scene: di Kaya sappiamo sempre e soltanto che è cicciottella e che continua a mangiare barrette di cioccolato; Luca rimane il nerd sottuttoio; Laura è un po’ né carne né pesce, ma stavolta mi ha ricordato Harry, quando finalmente ha un’intuizione giusta e non gli crede nessuno.

Laura Leander e l'Oracolo della Sfinge d'Argento

Il nuovo mistero si collega alla Canzone dei Nibelunghi e all’eroe Sigfrido, che secondo le cronache ha sconfitto il drago con una spada leggendaria. Quest’ultima non è altro che Chiarosplendore (la controparte di Pestilenza usata invece dagli Oscuri), andata persa da lungo tempo sulla Terra. Gli Oscuri sono sulle sue tracce, così come Laura e i suoi amici, ma Elysion è molto preoccupato, perché anche se Laura riuscisse a trovarla per prima, non ne verrà fuori nulla di buono. E non sa come fare ad avvisarla.

Scavi archeologici condotti da una vecchia amica di Marcus portano alla luce il primo dei tre frammenti e da qui inizia un vero testa a testa tra le due fazioni, senza esclusione di colpi. Per la verità, gli Oscuri barano parecchio e approfittano delle scoperte fatte da Laura, per essere sempre un passo avanti a lei. In particolare il trio riesce a decifrare gli indizi che indicano i luoghi dove sono stati sotterrati i tre pezzi di spada. Abbiamo quindi di nuovo indovinelli da risolvere, questa volta puramente matematici. Ma c’è un però che mi lascia moooolto perplessa: i numeri ottenuti rappresentano il numero di passi che bisogna fare dal punto di partenza fino ai diversi nascondigli. Ma davvero parliamo del numero di passi? Mi sembra una soluzione assurda e per niente oggettiva. I passi compiuti da ragazzi di 12 anni saranno certamente diversi da quelli di Oscuri ormai adulti. Io che sono bassina faccio un numero di passi sicuramente diverso rispetto a un ragazzone dalle gambe chilometriche. Sarà un problema di traduzione? Addirittura Lucas riesce a calcolare al millimetro le coordinate esatte di uno dei punti solo basandosi su una piantina. Ma non è assurdo tutto ciò?

Altro aspetto gestito male è il punto di vista. Per farvi un esempio, a volte assistiamo a scene che hanno per protagonisti solo gli Oscuri che tramano qualcosa. Immancabilmente la professoressa di matematica viene appellata come “Pinky”, che è il soprannome affibbiatole dagli studenti. Avrebbe senso se Laura fosse presente sulla scena, narrata quindi dal suo punto di vista mentre si nasconde per spiarli, ma purtroppo così non è e risulta solo fuori luogo.

Dopo le stroncature, raccontiamo anche qualche aspetto positivo, che come al solito riguarda il mondo di Aventerra, dove facciamo la conoscenza dei tessisogni: tramite i luminelli, minuscoli esseri fatti di luce, tessono storie e immagini che poi inviano sulla Terra, dove le riceviamo sotto forma di sogni. Possono quindi ispirare in noi grandi idee, oppure spaventarci tramite incubi. O ancora innestare un pensiero fisso, come quello che vuole tramettere Borboon, per rendere gli umani egoisti e quindi più vulnerabili.

Di certo non mi aspettavo le molteplici morti. Non si scherza più. Ce ne sono almeno 3, e avvengono tutte in maniera brutale. Io ancora non voglio credere a una in particolare, voglio ancora avere la speranza che, quando Laura tornerà dalla sua ultima prova, scoprirà una realtà diversa da quella che si è lasciata alle spalle. La cosa che però mi ha più scioccato? Non ricordarmi assolutamente di questo particolare. Ma come si fa a dimenticarci di aver letto della morte di un personaggio?

Comunque, con L’Oracolo della Sfinge d’Argento terminano i volumi della saga che hanno subito una rilettura, dal prossimo andrò completamente alla cieca. La scena dovrebbe aprirsi direttamente su Aventerra, e spero che stavolta non abbandoneremo questo mondo tanto presto!

P.S. sono indietrissimo con la lettura degli articoli degli altri blog, ma li ho salvati tutti e piano piano li recupero!

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2 pensieri riguardo “Laura Leander e l’Oracolo della Sfinge d’Argento | Recensione

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